Abbiamo deciso di intervistare Paolo Attivissimo, Giornalista informatico, sulle bufale che circolano sul web riguardo il Covid-19.
D: Volevo parlare con lei del coronavirus, il web è pieno di notizie, Fake News e non. C’è una notizia curiosa che riguarda un libro del 1981 su una ‘’profezia’’ di un virus letale di Wuhan, denominata proprio Wuhan 400, possiamo ricondurla agli eventi che stanno succedendo in questi giorni?
R: No, direi che possiamo senz’altro abbinarla come interesse letterario, ma non si tratta di una vera e propria profezia, come capita spesso quando si scrive un thriller che parla di armi biologiche: se l’autore fa una buona ricerca tecnica prima di scrivere, tendono a corrispondere alla realtà. Per esempio, se devo scrivere di un thriller che parla di armi biologiche mi informerò su Wikipedia riguardo città con i principali laboratori di armi biologiche in giro per il mondo e può essere anche che ‘’io’’ scrittore ci azzecchi; come quello che è accaduto con questo romanzo di Dean Koontz. La prima versione uscita nel 1981, però, è un po’ differente, si parlava, infatti, della fuga di un’arma biologica da un laboratorio situata in Russia e non in Cina, che era all’epoca conosciuta come uno dei luoghi dove si sviluppavano armi biologiche da parte dell’Unione Sovietica. Con la caduta del regime sovietico l’autore ha deciso che alla successiva pubblicazione del 1996 avrebbe aggiornato il testo e, dato che l’Unione Sovietica non era più quel grande pericolo che veniva percepito, ha ritenuto opportuno mettere al posto dell’Urss, la Cina, che come tutte le grandi potenze mondiali aveva anche laboratori di ricerca biologica, uno dei quali effettivamente si trova a Wuhan e quindi ci stava bene all’interno del racconto; poi quando si va a leggere il racconto ci si accorge che i dettagli tecnici sono completamente diversi da quelli che conosciamo invece del coronavirus.
D: Ecco, comunque sul web girano varie Fake News e tutto ciò suscita interesse. Fake News come fu all’epoca, nel 2012, voci rivelate ovviamente false sulla fine del mondo dettata dai Maya, era poi per pubblicizzare un film in uscita. Lo faranno secondo lei un film sul coronavirus?
R: Io tutto sommato spero di si, perchè vorrà dire che avremo ancora un’industria cinematografica, mettiamola sul leggero. Noi tendiamo a notare le coincidenze, come il caso dei Maya loro non lo avevano nemmeno previsto, le loro parole sono state storpiate da alcuni autori new age negli anni 70 sbagliando. Praticamente avevano detto: “Finisce il calendario Maya”. Si, ma il calendario Maya è come il nostro, terminato ne comincia uno nuovo, è divertente anche trovare questi piccoli esempi di apparenti profezie all’ interno della letteratura perchè ci da un’idea di come alcuni autori facciano bene il loro lavoro. Faccio giusto un esempio. Tanta gente scrive tante cose, alla fine qualcuno ci può azzeccare, ne cito giusto una per finire: molti ricorderanno il disastro del Titanic del 1912, beh, c’è un romanzo di circa vent’anni prima scritto da Morgan Robertson che previde in un certo senso questo disastro; parlava proprio di un transatlantico che si chiamava Titan e affondava nel nord atlantico dopo lo scontro con un iceberg. Incredibile a prima vista e invece salta fuori che Morgan Robertson era un esperto di tecnologia navale e mi raccomando non mandiamo in giro bufale che non ce n’è proprio bisogno!
Giorgia Abele