Le riforme procedono al rallentatore e l’attuazione del Pnrr è messa a rischio dai rincari e dall’aumento dei costi dei materiali. Tra i veti incrociati dei partiti della maggioranza, i provvedimenti portati avanti dal Governo e collegati al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza avanzano a fatica e rischiano di uscire azzoppati dal Parlamento rispetto alle intenzioni iniziali dell’esecutivo.
I fondi del Pnrr messi a disposizione dall’Ue sono ormai sotto pressione, insediati dall’inflazione e dalle difficoltà di approvvigionamento.
Per accelerare e semplificare ulteriormente le procedure connesse al Piano, il Governo Draghi ha adottato un decreto (il Dl 36/2022), che introduce ulteriori misure per l’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Il provvedimento mette in campo alcune disposizioni anti evasione sui pagamenti digitali, interviene sulla transizione digitale e introduce misure per il rafforzamento della capacità amministrativa nella Pubblica Amministrazione.
Sulle misure contenute nei 50 articoli, vale la pena soffermarsi in particolare su alcuni provvedimenti che riguardano da vicino il mondo del consumerismo, primo fra tutti il prossimo 30 giugno quando entrerà in vigore la norma che sanziona gli esercenti che si rifiutano di accettare il pagamento digitale tramite POS e l’obbligo di fatturazione elettronica che dal 1° luglio scatterà per le partite Iva nel regime forfettario.
Per la mancata accettazione di un pagamento, di qualsiasi importo effettuato con una carta, finalmente si applicherà la sanzione amministrativa di 30 euro, aumentata del 4% del valore della transazione per la quale sia stata rifiutata l’accettazione del pagamento. Un provvedimento annunciato già nel passato e che aspettavamo dal Governo Monti.
L’obbligo di fatturazione elettronica scatterà invece dal 1° luglio 2022: tutte le operazioni andranno registrate utilizzando il Sistema di interscambio gestito dall’Agenzia delle Entrate. La violazione degli obblighi prevede una sanzione amministrativa tra il 5 e il 10% dei corrispettivi non documentati o non registrati, con un minimo di 500 euro, oppure di importo tra 250 e 2mila euro, se l’irregolarità non rileva neppure ai fini della determinazione del reddito.
Come già previsto per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici che danno diritto a detrazioni fiscali, anche per Ecobonus e Sismabonus le informazioni sugli interventi effettuati verranno trasmesse per via telematica all’Enea. Sarà più facile così valutare il risparmio energetico conseguito.
Novità anche sul sistema di prevenzione della salute connesso ai rischi ambientali. Viene istituito, infatti il “Sistema nazionale prevenzione salute dai rischi ambientali e climatici (SNPS)”, con lo scopo di “migliorare e armonizzare le politiche e le strategie messe in atto dal Servizio sanitario nazionale per la prevenzione, il controllo e la cura delle malattie acute e croniche, trasmissibili e non trasmissibili, associate a rischi ambientali e climatici.
Tuttavia, molte delle spese previste, per quanto necessarie per altri scopi, non hanno un impatto diretto sulla crescita in termini di PIL e non accrescono la nostra capacità produttiva. Non avendo delle linee di intervento delineate nel dettaglio, risulta difficile distinguere l’impatto sociale da quello economico. Sul Pnrr continuano perciò ad evidenziarsi ancora una volta le difficoltà nel rispettare il cronoprogramma e definire nel dettaglio tutti gli obiettivi. Un segnale che dovrebbe suonare come un campanello di allarme in vista di giugno, quando l’Italia dovrà inviare alle Istituzioni europee una relazione dettagliata sui risultati ottenuti nel primo semestre dell’anno.