Intervista Dott. Alessandro Raggi, Psicoterapeuta Psicoanalista, Responsabile Nazionale dei Centri Ananke e Vice-Presidente dell’Associazione Ananke di Villa Miralago.
Cosa sono i disturbi dell’alimentazione o disturbi del comportamento alimentare?
I disturbi del comportamento alimentare sono sicuramente come manifestazione delle problematiche legate o all’accesso o al difetto di alimentazione da parte del soggetto per questioni psicologiche, quindi non per questioni metaboliche. Certo, questa manifestazione però è collegata a delle psicopatologie di fondo e le più evidenti sono due. La prima, ha un particolare legame dell’identità del soggetto verso la sua forma fisica e la seconda invece, ha una particolare attenzione verso il peso. Quindi, peso e forma fisica diventano l’identità integrale del soggetto perfetto.
Perché le persone sviluppano un disturbo dell’alimentazione? Quali potrebbero essere le cause principali?
In clinica e in ricerca le cause sono dette multifattoriali, nel senso che, noi non abbiamo una sola causa ma ne abbiamo identificate più di una e tra queste ci sono però come scatenamento del disturbo, tra le più importanti e le più evidenti, l’aver avuto dei traumi o anche degli abusi in età adolescenziale. Altro esempio può essere quello di, essere stati sottoposti a diete restrittive in infanzia o durante la crescita, oppure aver partecipato anche indirettamente a delle situazioni relazionali familiari molto tese e molto difficili. Queste sono alcune tra le manifestazioni di scatenamento più note.
Come si curano i disturbi dell’alimentazione, e soprattutto quali sono le terapie più efficaci?
I disturbi del comportamento alimentare hanno una necessità di cura e di una equipe multidisciplinare, questo perché, nonostante l’unica evidenza scientifica per la cura dei disturbi alimentari sia la psicoterapia, bisogna dire che però i disturbi del comportamento alimentare possono incidere molto sull’ organismo fino a farlo ammalare o addirittura a causare la morte del soggetto. Questa situazione ci impone un lavoro in equipe alla presenza di due figure professionali, ovvero quello del nutrizionista e di un medico psichiatra. La possibilità quindi, di lavorare integralmente sia sulla parte di psicologica e sia sulla parte fisica.
Qual è il confine fra ossessione innocua e inizio di un disturbo? E cosa fare per intervenire immediatamente?
Partiamo dalla prima domanda. Avvolte queste forme si manifestano con delle ossessioni innocue, si esordisce proprio così, poi chiaramente quando il disturbo diventa evidente, il manifesto di questa ossessione innocua prende il sopravvento e comincia così ad avere una manifestazione più evidente, ma ci sono dei criteri per valutarne sia il livello di gravità sia il fatto che sia o meno patologica. Diciamo che uno degli esordi più frequenti durante l’adolescenza è quello di cominciare a sottrarre. Si va per sottrazione, ovvero togliere degli alimenti e qualità di alcuni tipi di cibo. Togliere i cibi grassi poi i carboidrati, e così via, si va per sottrazione progressiva, e questa cosa poi a volte può sfuggire di mano, quindi molta attenzione a diete strane, molta attenzione alle mode dietetiche contemporanee, e attenzione soprattutto a fare diete in età adolescenziale, perché questa è una cosa molto rischiosa.
Perché il disturbo alimentare, denominato anche DCA, si manifesta più facilmente in adolescenza?
Perché durante l’età adolescenziale, si manifestano più frequentemente fenomeni legati allo sviluppo di anoressia e bulimia. Mentre in età infantile si sviluppano più frequentemente disagi legati all’obesità psicogena quindi al disturbo dell’alimentazione incontrollata. Perché durante l’adolescenza? Perché si sviluppa anche il senso di identità del soggetto, e ricordiamoci che questo non è un disturbo solo legato all’alimentazione ma un disturbo dell’identità, come dicevamo prima, cioè il soggetto si identifica con il peso e con l’immagine corporea e basta. La sua identità sociale, relazionale, le sue competenze vengono tutte messe, se non in secondo piano, addirittura negate.
Per concludere questa intervista, in una società sempre più Social, quale influenza hanno su di noi i modelli proposti dai media?
Le influenze sicuramente sono molto importanti e soprattutto i media in generale. Io non sono per demonizzarli, però rispetto all’influenza che hanno i modelli di immagine corporea, sicuramente bisogna prestare molta attenzione. Non sono un fattore causale, però possono diventare un terreno fertile su cui coltivare dei disagi che sono già radicalizzati nel soggetto.