Abbiamo intervistato Daniele Notaris Titolare Supermercato Conad Calabria per capire l’impatto economico sulla spesa dei consumatori in epoca covid-19, anche sotto periodo natalizio.
Signor Notaris, come sono cambiate le abitudini alimentari dei consumatori durante il periodo del lockdown, ad inizio pandemia?
Diciamo che le abitudini sono cambiate radicalmente con la pandemia, pensiamo a chi ha perso il lavoro e a chi ha somme esigue da destinare all’acquisto di beni primari. Si è ridotta in sostanza la fascia dell’acquirente che destinava parte del proprio salario all’acquisto di beni voluttuari. Basti pensare che nel primo trimestre del 2021 la spesa media mensile è diminuita del 3,4% rispetto allo stesso periodo del 2020.
Quali sono gli alimenti che durante il periodo della pandemia hanno subito maggiori variazioni di prezzo? Quanto ha inciso questo sulla spesa delle famiglie?
Anche per questa domanda posso confermarti che sono diminuiti gli acquisti dei prodotti di prima fascia, poiché è stata devastante l’ondata degli aumenti soprattutto negli ultimi mesi, senza tener conto degli aumenti che saranno effettuati già da gennaio 2022. Tutto questo inciderà negativamente sul modo di fare la spesa, e di conseguenza sull’economia del settore alimentare. Basti pensare che i rincari medi solo a settembre 2021 sono stati del 32,8%, in particolare sono lievitati i prezzi dei cereali fino al 27,3% quelli dello zucchero fino al 54% e i prezzi dei grassi vegetali sono balzati del 60%.
Parliamo ora delle feste: secondo lei, rispetto agli anni precedenti, quanto spenderà un consumatore all’interno dei supermercati per i cenoni di Natale e capodanno?
Le spese delle feste natalizie saranno sicuramente in calo, ovviamente si cercherà di non far mancare sulla tavola natalizia i piatti tipici di questo periodo, ma sarà sicuramente tutto ridimensionato al caso della crisi economica che stiamo vivendo, aggravata dalla pandemia. Sarà sicuramente un Natale all’insegna del risparmio, all’insegna dell’essenzialismo con un occhio alla tradizione.
Per quanto riguarda lo spreco alimentare, sostiene che si spreca meno cibo rispetto al periodo pre- Covid-19.
Lo spreco sicuramente è diminuito, basti pensare che in periodo pre-pandemico lo spreco natalizio corrispondeva ad una spesa media di €80 per famiglia. Oggi si tende ad acquistare una quantità limitata di prodotti e soprattutto con una discreta attenzione al brand, poiché lo scopo primario della spesa e quello di visualizzare i prodotti essenziali che adeguatamente cucinati, potranno essere utilizzate anche nei giorni successivi. Si è ritornati in un certo senso alle vecchie e sane abitudini del riciclo del pranzo del giorno prima.
Per concludere questa intervista parliamo degli acquisti online: pensa che in futuro il consumatore tipo continuerà a preferire gli acquisti nel supermercato fisico oppure prediligerà lo shop online?
Il futuro sarà sicuramente on-line, con la chiusura delle attività commerciali di piccola e media grandezza, lo shopping online ha avuto un’impennata notevole. Senza contare che adesso si può ricevere comodamente a casa l’acquisto senza dover fare file interminabili all’interno dei supermercati stessi. Soprattutto ricordiamo che, è sempre importante evitare assembramenti nei negozi in questa fase pandemica. Pensiamo che prima della pandemia il 70% dei rivenditori e grossisti non era organizzato per le vendite on-line ora invece l’eCommerce ha raggiunto a livello europeo quota 757 miliardi di euro, una crescita esponenziale rispetto agli anni precedenti.
Kevin Mirto