Che l’Unione Europea non avrebbe preso una decisione politica comune in materia di certificazione vaccinale lo si era capito già da tempo, tutto ciò ovviamente ha creato numerosi disagi ai cittadini soprattutto in materia di spostamenti. Devo fare il tampone antigenico o il molecolare per andare in Spagna? Se faccio scalo, la normativa di quale paese devo prendere in considerazione in materia covid? I dubbi, soprattutto questa estate, sono stati tanti e le difficoltà da parte dei turisti nel cercare di capire a quali strutture erano stati affidati i tamponi non sono mancate.
In Italia, dal primo settembre, sono entrati in vigore una serie di provvedimenti volti a contrastare la pandemia che ha subito un aumento proprio ad agosto, tali misure però destano delle perplessità che vale la pena evidenziare perché, se è vero che il nostro Paese ha adottato una linea molto dura per cercare di contenere i contagi, allo stesso tempo ha però sottovalutato molti aspetti. Da settembre infatti il green pass dovrà essere esibito per entrare nei ristoranti al chiuso e nei bar, anzi, al bar solamente se si sceglie di sedersi ai tavoli all’interno, ma se si consuma al bancone no, altra contraddizione è quella che vede il certificato obbligatorio per i passeggeri dei treni interregionali ma non per quelli regionali, né per le metro né per i bus. Insomma, delle incoerenze che hanno fatto giustamente piovere una serie di critiche che speriamo possano essere ascoltate per aggiustare il tiro da qui ai prossimi mesi, quando si rientrerà dalle vacanze e i ragazzi ritorneranno sui banchi di scuola, sperando senza interruzioni e annessa DAD.
Se il nostro Paese ha adottato una linea dura, non è stato così per gli altri Paesi in cui sembra che si stia tornando ad una parvenza di normalità, come ad esempio nel Regno Unito che è stato il primo a mostrare immagini di un ritorno alla vita “normale” salvo poi fare un passo indietro ma che, allo stato attuale, non ha introdotto l’obbligo di certificazione, mentre la Scozia a partire dal 1° ottobre ha introdotto la certificazione per la partecipazione alla vita notturna e per eventi sportivi, spettacoli e concerti.
La Francia invece ha sposato una linea diversa, introducendo il pass quasi ovunque, ma togliendo l’obbligo della mascherina, un caso estremo è quello della Danimarca che ha praticamente abolito tutte le misure legate al Covid-19, togliendo addirittura l’obbligo di mostrare il Green Pass, tutto ciò alla luce della larga adesione ai vaccini arrivata addirittura al coprire l’80% della popolazione danese a partire dai 12 anni.
E poi c’è la Germania che ha escluso l’introduzione dell’obbligo vaccinale, ma che ha introdotto una serie di restrizioni, per cui solo i vaccinati, i guariti o coloro che si sottopongono a tampone possono ottenere il Green Pass, obbligatorio per poter andare al ristorante o in piscina o anche per accedere ad ospedali.
Ogni Paese ha adottato delle misure che riteneva più opportune, anche sulla base dell’andamento della campagna vaccinale, il nostro auspicio è che il prima possibile possa ripartire l’economia del nostro Paese, non continuando a penalizzare le imprese perché tutto ciò rischia di frenare ancora i consumi.