Abbiamo intervistato il Direttore dello “Zenit Hotel Lecce”, Paolo Attolino, divenuto Covid – Hotel.
Direttore, iniziamo a parlare in ambito personale, cosa l’ha spinta a mettere a disposizione la sua struttura come Covid hotel?
Quella che stiamo attraversando in questo 2020 è una crisi senza precedenti. Il nostro settore è facilmente influenzabile da fattori sociopolitici ed ambientali (basti ricordare la crisi post “torri gemelle” del 2001 o quella più recente dettata dalla crisi economica del 2008), ma ad una pandemia globale nessuno di noi era preparato. Nel primo lockdown il terrore per quello che stava avvenendo aveva spinto tutti ad una ragionevole interpretazione delle restrizioni messe in atto ma, dopo un’estate da “numeri”, la “seconda ondata” non ha suscitato lo stesso effetto. Probabilmente la consapevolezza maturata nel primo semestre di quest’anno di dover “convivere” con il virus, ha cambiato totalmente la visione di insieme del problema. Oggi è fondamentale sopravvivere anche dal punto di vista economico e quindi ogni azione mirata a tale scopo si è resa legittima.
La struttura come si è attrezzata in generale per fronteggiare questa situazione inedita?
La struttura è stata letteralmente “consegnata” nelle mani di altri attori che sono preposti a gestire questa emergenza. La protezione civile insieme alla ASL del territorio ha incaricato ditte “terze” per l’assistenza degli ospiti degenti ed il loro sostentamento. Il sottoscritto e tutti i collaboratori siamo usciti fisicamente dalla struttura nel momento in cui quest’ultima veniva consegnata nella gestione degli attori già citati. Da parte nostra abbiamo provveduto a lasciare la struttura praticamente “svuotata” dei propri contenuti di arredo e suppellettili.
In ambito economico-turistico come è cambiata la situazione di oggi rispetto al periodo Covid-19?
Le perdite dell’intero comparto sono state imponenti. Basti pensare che secondo un ultimo sondaggio di Federalberghi, 1 albergo su 3 è destinato a non riaprire. Personalmente quando ho letto su un nostro organo di informazione che nel solo mese di settembre hanno chiuso 268 hotel nella sola Roma, ho percepito la gravità del problema. Noi ci siamo difesi con un’ennesima estate da record che ha mitigato la percentuale di perdite rispetto allo scorso anno intorno al 40%
Attualmente come è la situazione presso la sua struttura? Ci sono già pazienti Covid?
Nelle prime settimane il fermento era tale che ci aspettavamo un flusso maggiore, ma al momento anche se c’è la presenza di ospiti non è assolutamente preoccupante.
È risaputo, il sud in generale vive di turismo, pensa che questa situazione pandemica possa in qualche modo cambiare le abitudini dei consumatori, decidendo magari di non recarsi sempre in vacanza, poiché non si sentirebbero tranquilli?
Io personalmente ho un’idea ben precisa su come comportarmi. Si immagini che, a marzo subito dopo il primo DPCM ci siamo messi al lavoro per autoregolamentarci in tal senso senza che aspettassimo le linee guida del Governo. Gli albergatori si sono creati dei protocolli in seno alle proprie aziende che hanno diffuso e condiviso con i colleghi prima (catene alberghiere) e con gli associati dopo (associazioni di categoria come Federalberghi) dando un suggerimento importante su come gestire l’ospite in questo periodo a chi legifera. La nostra regione è composta da hotel di piccole e medie dimensioni ed è relativamente semplice controllare che tutte le procedure siano messe in atto.
Inoltre, anche se non certificabile, molti di noi utilizzavano le macchine ad ozono anche prima del Covid per sanificare gli ambienti (immagini solo le strutture che accettano gli animali domestici in camera che legittimamente chiedono un supplemento proprio per espletare a tali funzioni), il vero problema nell’ospitalità è rappresentato dalla rete di offerte “extra-alberghiere” presenti in maniera “oscura” nel nostro territorio nazionale, ma credo che dopo questa esperienza di “massa” il futuro viaggiatore sarà decisamente più oculato nello scegliere la propria dimora per le vacanze.
Kevin Mirto