Era il 30 aprile quando il governo Draghi trasmise alla Commissione Europea il Piano nazionale di ripresa e resilienza, approvato dal Consiglio ECOFIN il 13 luglio 2021, un documento che contiene una serie di riforme per un investimento pari a 122,1 miliardi di euro ma anche delle grandi speranze per far ripartire il nostro Paese.
Ma cosa ha fatto il Governo per cercare di raggiungere gli obiettivi che si è prefissato? A che punto siamo rispetto alle scadenze che dobbiamo perentoriamente rispettare?
Sembra che sia passato in sordina il documento presentato al Consiglio dei ministri il 23 settembre in cui si è cercato di fare il primo monitoraggio sullo stato di avanzamento delle misure, in termini tecnici, è stato fatto il punto sull’avanzamento rispetto ai Milestones e i Targets contenuti nel Piano.
Procedendo per ordine e, utilizzando dei termini che siano di facile comprensione al fine di permettere a tutti di poter capire effettivamente ciò che si sta realmente realizzando in questi mesi, basta soltanto evidenziare che l’Italia per il 2021 ha completato soltanto tredici obiettivi su cinquantuno. Il Piano prevede una serie di interventi molto complessi che vanno a toccare settori diversi, in particolare è possibile suddividerlo in 6 missioni: per la digitalizzazione, l’innovazione, la competitività, la cultura e il turismo sono stati stanziati 40,29 miliardi; in tema ambientale e in particolare la rivoluzione verde e la transizione ecologica sono stati stanziati 59,46 miliardi, mentre per le Infrastrutture per la mobilità sostenibile sono stati previsti 25,40 miliardi e poi ancora per l’istruzione e la ricerca si è previsto uno stanziamento di 30,88 miliardi, per l’inclusione e la coesione 19,85 miliardi e per la salute 15,63 miliardi, a questo si deve aggiungere anche la riforma della giustizia che è uno dei temi più spinosi.
Con la relazione presentata il 23 settembre si è fatto il punto della situazione dalla quale è emerso che 7 obiettivi sono stati conseguiti in anticipo rispetto alla tabella di marcia, in particolare la riforma degli acquisti Ict, la riforma del processo penale, delle norme per le assunzioni semplificate, la riforma della Pubblica amministrazione, le procedure più rapide per la valutazione dei progetti sui trasporti pubblici locali, il potenziamento del Superbonus e l’accelerazione delle procedure per i progetti ferroviari.
In campo ci sono ancora obiettivi strategici che potrebbero rivoluzionare la vita dei consumatori, pensiamo ad esempio a tutti gli investimenti nella rete ferroviaria per migliorare le linee regionali e portare l’Alta velocità in tutte le principali tratte dello Stivale, le infrastrutture portuali e metropolitane, piuttosto che interventi per la copertura della penisola con reti digitali a banda ultra-larga e uno dei temi più sentiti che riguarda il potenziamento dell’economia circolare.
Ora, per questo e tanti altri obiettivi, il Governo dovrà inevitabilmente interfacciarsi con gli Enti locali perché saranno chiamati a gestire una quota molto corposa delle risorse messe a disposizione nel Pnrr, all’incirca tra i 66 e i 71 miliardi di euro.